WMesh: Il Tesoro Sommerso
Viaggio misterioso nella barriera corallina dove l’acqua è più blu
In questo approfondimento proponiamo il testo dell'articolo, a cura di Nives Concolino apparso sul quotidiano "Il Resto del Carlino" riguardo alle Barriere WMesh il 28/07/2023.
Un'oasi naturale si è formata a duecento metri dalla costa di Riccione
Nei suoi fondali Riccione nasconde un autentico tesoro. Si tratta dell'oasi marina che si è sviluppata attorno alla barriera soffolta antierosione, composta da parallelepipedi traforati, i WMesh, in cemento ecocompatibile. Si trovano a 200 metri dalla costa nello specchio d'acqua davanti all'ex colonia Mater Dei.
Una barriera corallina che si estende per un centinaio di metri. Intorno si muove una moltitudine di creature immortalate dalla fotocamera del riccionese Renato Santi, fotografo e video maker, nonché sub di Blennius, associazione che monitora gli effetti della barriera sull'erosione e il ripopolamento della flora e della fauna marina.
Il mare di Riccione non finisce di stupire?
«Com'è emerso dagli studi effettuati dalle università di Ancona e Bologna, nelle vicinanze della barriera la qualità dell'acqua sembra superiore per la presenza di pesci filtratori».
Ci spieghi meglio.
«Intorno alla barriera si è formata una nursery di avannotti di tutti i tipi di pesci dell'Adriatico, boghe, saraghi, cefali, occhiate, molti blennidi, vari tipi di granchi e anemoni. E poi molti policheti, a guisa di tubicini bianchi, che s'insediano sulle cozze, poi le ascidie, organismi filtratori (un esemplare può filtrare centinaia di litri d'acqua al giorno), vari tipi di alghe, pesci ago e cavallucci marini, anche la loro presenza è segno di acqua pulita. Più passa il tempo, più l'area si colonizza».
Gli anemoni sono una cartina tornasole delle acque?
«Come Blennius, l'associazione presieduta da Alessandro Vici, mensilmente preleviamo dei campioni che consegniamo all'Università di Bologna, con la quale collabora il professore Luigi Candela. Attraverso le analisi si verifica la qualità delle acque, che nel caso di Riccione sono risultate tra le migliori. Soprattutto in quest'anno difficile per via dell'alluvione e per la conseguente disinformazione, è molto importante che si sappia».
La barriera serve anche per proteggere la costa.
«Tra i vari sistemi antierosione esaminati, questa sembra la più efficace. C'erano perplessità sulla staticità. Qualcuno temeva che la barriera lunga 100 metri si rovesciasse o si infossasse, invece è rimasta perfettamente al suo posto. Fugato anche il timore che le cozze occludessero le fessure, impedendogli di svolgere la sua funzione antirosiva. Con le forti mareggiate, le cozze vengono spinte sulla spiaggia. Da notare poi che, tra la barriera e la spiaggia, si è formata una lunga duna di sabbia alta un metro. Stessa cosa sul versante mare».
Bisognerebbe allungare la barriera?
«Le prove si sono dimostrate positive, per cui servirebbe portarla a un chilometro, così com'è stato fatto con la soffolta in sacchi di sabbia. La Regione pare disposta ad andare oltre, confidiamo nel Pnrr».
Lei intanto continua a immergersi nelle acque di tutto il mondo.
«Sono appena tornato dal Madagascar, prima ero stato alle Bahamas, dove ho filmato da vicino tanti squali come il grande martello, il limone, gli squali grigi, il leopardo, diventato una rarità, perché commestibile e quindi pescato dalle popolazioni del posto. A Nosy Be in Madagascar mi sono trovato tra squali zebra, pinna bianca, balene in superficie e nuvole di pesci, poi lemuri e camaleonti».
A che distanza ha immortalato gli squali?
«Talmente vicino da toccarli, quando mi vengono incontro li prendo per il muso, così loro mi passano sopra. Occorre avere tanta esperienza, ma è un'emozione unica».